Associazione di promozione sociale – Legnano

Metodologie didattiche – Ready for PNRR

A scuola vi accompagno così

La RICERCA-AZIONE
Lo scopo della ricerca-azione è il cambiamento: delle persone, delle relazioni, del contesto.
Lavoriamo sull’identificazione dei problemi da risolvere, delle cause di quei problemi, dei contesti e degli ambienti in cui i problemi si collocano, delle risorse a disposizione e dei vincoli che costringono a fare determinate scelte. Formuliamo delle ipotesi di cambiamento e dei piani di implementazione.
Applichiamo delle ipotesi nei contesti-obiettivo dei piani formulati, (non si parla più, ma si agisce).
Valutiamo i cambiamenti intervenuti e revisione dei progetti e dei piani adottati. Approfondiamo, istituzionalizziamo e diffondiamo capillarmente delle applicazioni con valutazione positiva.

Il CIRCLE TIME
Una metodologia efficace soprattutto per la comunicazione tra pari, per aumentare la vicinanza emotiva e per risolvere i conflitti. L’insegnante ricopre nel cerchio un ruolo di mediatore, proponendo l’argomento e dando una direzione sia alla conversazione sia ai contributi degli alunni, ma non è parte del suo compito rispondere alle domande e ai dubbi degli studenti in modo diretto. Deve la sua efficacia alla programmazione da parte del gruppo docenti: poiché il Circle Time può avere diversi scopi e funzionalità, è importante strutturarlo in modo tale che diventi un appuntamento sicuro e proficuo sia per gli alunni che per i docenti.

L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
L’idea di fondo dell’apprendimento cooperativo consiste nell’ottenere il coinvolgimento attivo degli studenti nel processo di apprendimento. Si tratta in vero di un credo didattico che afferma che, ogni volta che le persone si riuniscono in gruppo, i loro obiettivi possono essere soddisfatti più facilmente se lavorano insieme, in collaborazione, invece di competere l’uno con l’altro nell’affrontare i problemi. 

Le STEM-STEAM-STREAM
Acronimo che si riferisce alle discipline accademiche della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria, della matematica, arte e lettura (come promozione del pensiero critico e della creatività). Non si tratta di una metodologia didattica e neanche di discipline a sé stanti, ma della capacità di integrate, in un nuovo paradigma educativo basato su applicazioni reali e autentiche, le conoscenze, le abilità e gli atteggiamenti. Viene mostrato agli studenti come il metodo scientifico possa essere applicato alla vita quotidiana. Le STEM/STEAM/STREAM consentono agli studenti di concentrarsi sulle applicazioni del mondo reale in un’ottica di problem solving. Vi affianchiamo la robotica, il pensiero computazionale e il tinkering.

Le AULE DISCIPLINARI
L’ambiente non è più solo quello spaziale, ma anche relazionale, viene sviluppato il ragionamento e potenziata la personalizzazione dell’apprendimento che viene definito “situato” in quanto collegato con la disciplina di riferimento. Ogni aula è stata arredata e completamente riorganizzata dai singoli insegnanti, creando aule-laboratorio personalizzate in base alla materia affrontata. Spostandosi da un ambiente all’altro i ragazzi cambiano banco, compagno e modalità di occupare lo spazio a seconda della disposizione che ciascun docente ha assegnato alla propria aula-laboratorio. Gli alunni assumono pertanto un ruolo attivo nel “fare scuola”, nel personalizzare le aule e nell’essere partecipi ad attività che spesso partono da loro.

Il DEBATE
Il debate è una discussione formale, e non libera, nella quale due squadre (ciascuna di tre o più studenti) sostengono e controbattono un’affermazione data (extracurricolare), ponendosi in un campo (PRO) o nell’altro (CONTRO). È una metodologia che prevede, in una fase che precede lo svolgimento del dibattito, l’attivazione delcooperative Learning e della peer education. Il debate è una metodologia didattica che permette di stimolare competenze trasversali, a matrice didattica ed educativa, e che ha come obiettivo ultimo il “saper pensare in modo creativo e comunicare in modo efficace ed adeguato”

Gli EPISODI DI APPRENDIMENTO SITUATO
La metodologia EAS (Episodi di Apprendimento Situato)  è stata introdotta dal prof. Pier Cesare Rivoltella, diffondendosi in Italia a partire dal 2014. L’unità con EAS è articolata in 3 fasi: preparatoria, operatoria e ristrutturativa, attuando il capovolgimento della tradizionale lezione frontale. In ciascuna fase vengono individuate sia le azioni del docente che quelle degli studenti, riconducendole a una determinata logica didattica. L’EAS, basata su un’accurata progettazione del docente (Lesson Plan), propone agli studenti esperienze di apprendimento situato e significativo, che portino alla realizzazione di artefatti digitali, favorendo un’appropriazione personale dei contenuti.

La CLASSE CAPOVOLTA
Gli insegnanti predispongono tutto il materiale didattico su un sito: raccolgono i video didattici e progettano attività di coppia o gruppo da proporre in classe. Le attività sono di tipo creativo o autentico, sfidanti, autovalutabili tramite semplici checklist dagli stessi studenti. Essi studiano a casa i video delle lezioni per apprendere in anticipo i contenuti. Poi in classe svolgono, in piccoli gruppi cooperativi, le attività che trovano sul sito. L’insegnante ha un rapporto empatico con gli alunni. Li valuta continuamente, evitando l’isolamento degli alunni demotivati.

La PEER EDUCATION
La metodologia della peer education, o educazione tra pari, comporta un radicale cambio di prospettiva nel processo di apprendimento, ponendo gli studenti  al centro del sistema educativo. Il focus è sul gruppo dei pari, che costituisce una sorta di laboratorio sociale, in cui sviluppare dinamiche, sperimentare attività, progettare, condividere, migliorando l’autostima e le abilità relazionali e comunicative. La peer education consente di  veicolare con maggiore efficacia l’insegnamento delle life skills, competenze indispensabili per il raggiungimento del successo formativo da parte di ogni studente.

Il PROBLEM SOLVING
Metodologia collaborativa opportunamente organizzata (in termini di ruoli, organizzazione e di visione strategica) che contiene alcuni passaggi chiave identificabili
1. porre gli alunni in una situazione problematica,
2. rendere loro accessibili le informazioni necessarie,
3. accompagnare verso l’identificazione di ipotesi e la loro trasformazione in azioni,
4. verificare l’efficacia della soluzione ed eventualmente, attraverso la diagnosi dell’errore, ripartire ciclicamente dal punto di partenza.

Lo STORYTELLING
Processi di narrazione, di problem solving ed espressioni di contenuti testuali e multimediali sui differenti media, in produzioni editoriali, cartacee o digitali, pensati per la scuola, imparando a verbalizzare o scrivere storie in modo logico, ordinato, rispettando una determinata struttura narrativa, rispettando il genere, il registro e il contesto che si è scelto.